Pallini, Venticinque con un litro

Sono sette le tonnellate che un jet intercontinentale di ultima generazione brucia durante la prima mezz’ora di volo, dall'inizio della corsa di decollo fino al raggiungimento della quota di crociera. Una volta terminata la salita, la potenza del motore viene ridotta e il consumo diminuisce, e continua a calare mano a mano che l’aereo, in virtù del carburante bruciato, si fa più leggero e sale di quota (più si vola alti e meno si consuma), fino ad arrivare ai circa mille chili che serviranno, durante l’ultima mezz’ora di volo, per la discesa e il susseguente atterraggio. Considerando tutti questi dati, possiamo dire con buona approssimazione che ci vogliono in media sette tonnellate di carburante per far volare per un’ora un moderno wide-body, ma è chiaro che anche questi numeri poco o nulla dicono a chi non è del mestiere. Proviamo allora a tradurli in cifre un po’ più terrene, passando, tanto per cominciare, dai chili ai più familiari litri: le nostre sette tonnellate sono poco meno di novemila litri e, nel tempo che impiega a consumarli, l’aereo percorre mediamente quasi novecento chilometri: siamo così arrivati a un bel ‘mille litri per cento chilometri’. Sembrerebbe ancora un numero capace di far girare la testa, ma se consideriamo che a bordo ci sono almeno duecentocinquanta persone, ecco che giungiamo alla matematica conclusione che i nostri passeggeri, per fare cento chilometri, ‘consumano’ solo quattro litri di carburante a testa: ognuno di loro, per dirla in termini stavolta veramente terreni e familiari a tutti, ‘sta facendo i venticinque con un litro’. Quante delle macchine che sfrecciano lungo le nostre autostrade, con a bordo nella maggior parte dei casi non più di due persone, possono vantare altrettanta parsimonia?

Pallini, P., 2019. Allacciate le cinture: i segreti del volo raccontati da un pilota. Torino, Einaudi.

Simon, Scommessa

Ecco la mia proposta: voi scegliete (a) qualsiasi misura di benessere umano - l’aspettativa di vita, la mortalità infantile, il prezzo dell’alluminio o della benzina, la quantità d’istruzione per gruppo giovanile, il numero di apparecchi televisivi posseduto da ogni persona, quello che volete; (b) un paese (o una regione, i paesi in via di sviluppo, per esempio, o il mondo nel suo insieme); (c) qualsiasi anno futuro, e io scommetto una settimana o un mese di stipendio che l’indicatore segnerà un miglioramento rispetto al presente mentre voi scommettete che esso segnerà un deterioramento.

Myers, Norman. Scarsità o abbondanza?: un dibattito su ambiente ed economia. Padova: F. Muzzio, 1995.

Huff, Dimostrazioni

Se qualcuno non può dimostrare ciò che vorrebbe dimostrare, può dimostrare qualcos'altro e far finta che sia la stessa cosa. Nell'accecante e confuso bagliore che segue alla collisione delle statistiche con la mente umana, quasi nessuno noterà la differenza. Il numero pseudoconnesso è un trucco che garantisce un buon esito. Come ha sempre fatto.
Non possiamo dimostrare che un nostro rimedio cura il raffreddore, ma possiamo pubblicare (in caratteri ben leggibili) un serio rapporto di laboratorio da cui risulta che quindici grammi della sostanza attiva hanno ucciso 31.108 microbi in una provetta in undici secondi. Già che ci siamo, possiamo assicurarci che quel laboratorio abbia buona reputazione e un nome altisonante. Pubblichiamo il rapporto per intero. Ci mettiamo accanto la fotografia di un modello in camice bianco che ha l'aspetto di un dottore.
Ma evitiamo di accennare ai diversi trucchi che ci sono in questa storia. Non sta a noi - vero? - spiegare che se un antisettico funziona bene in una provetta potrebbe non avere lo stesso effetto in una gola umana, specialmente quando è diluito secondo le istruzioni per non bruciare i tessuti della gola. Non confondiamo le cose dicendo quali microbi sono stati uccisi. Chi sa quali microbi provocano un raffreddore, considerato il fatto che probabilmente non si tratta di microbi?
Infatti non c'è alcun rapporto conosciuto fra un assortimento di microbi in una provetta e il qualunque-cosa-sia che produce raffreddori. Ma le persone non hanno voglia di ragionare così chiaramente, specialmente quando starnutano.
Magari quello è un esempio troppo semplice e la gente sta cominciando a capire il trucco. Anche se non sembra, a giudicare da ciò che si legge nei giornali.

Huff, Darrell. Mentire con le statistiche. Pescara: Monti & Ambrosini, 2009.
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