La Valle della Tresa

La Valle della Tresa

Le rocce della valle della Tresa appartengono allo zoccolo prevarisico delle Alpi meridionali. Si tratta di rocce cristalline composte prevalentemente da quarzo, feldspato, miche e minerali scuri. Durante gli eventi orogenetici si sono formate delle fessure che hanno consentito la risalita di fluidi ricchi di minerali come argento, oro e ferro. La morfologia del territorio è il risultato dell'erosione fluvio-glaciale, caratterizzata dalla presenza di valli aperte e rilievi dolci, accompagnati da dossi, gole e anfratti sulle vali laterali.

Il fiume Tresa è l’emissario del Lago Ceresio ed ha la foce nel Lago Maggiore, distante circa 13 km. Il corso offre degli spazi naturalistici interessanti per la vegetazione golenale, tanto da essere stata posta nell'inventario delle zone all'uvionali dimportanza nazionale. Il clima è di tipo insubrico, mite e registra precipitazioni non frequenti ma intense. Il bacino idrografico copre 615 km2 e la portata media del fiume in uscita dal Ceresio nel 2005 è di 10,5 m3/s. Il picco massimo è stato raggiunto nel 2002 con 260 m3/s.

Il comprensorio presenta un'importante varietà naturalistica grazie alla varietà dei suoi paesaggi. Si passa infatti da un paesaggio tipicamente lacustre, alle zone collinari, fino a raggiungere i pascoli del Monte Lema. La vegetazione è composta dai boschi cedui di castagno, quercia rovere, betulla, frassino, robinia o nocciolo. La fauna presenta una buona varietà di specie, grazie alla varietà dei paesaggi. Lungo i pendii della valle si snodano importanti corridoi faunistici che sostengono i flussi migratori tra l'Italia e l'Alto Malcantone.

Il ritrovamento di oggetti attesta che la valle presentava insediamenti già in epoche preistoriche. Verso il IV – V secolo dopo Cristo si diffonde il cristianesimo. Gregorio di Tours ci informa che nel 590 Franchi e Longobardi si affrontano sulla riva destra della Tresa. Altre citazioni riguardano le guerre tra Milano e Como e la distruzione nel 1126 di Castrum Albereti.

Ponte Tresa è unita all’omonima frazione italiana da una dogana e da un ponte, un asse di comunicazione attestato già nell'875 d.C. Da qua passava la Strada Regina, via di primaria importanza per la comunicazione tra il sud e il nord dell’Europa. Nel corso dei secoli, sono transitati imperatori ed eserciti: Federico Barbarossa nel 1186, gli eserciti ducali dei Visconti e degli Sforza nel 400, le milizie svizzere impegnate nelle campagne in Italia nel 500, o ancora l'armata di Suwarow nel 1799. La realizzazione del ponte-diga di Melide (1844-1847) ridurrà l'importanza di questa via. In passato questa regione si è guadagnata una brutta fama: come ricorda il Franscini “per essere la medesima assai discosta dalla sede del landfogto, vi spesseggiavano i misfatti ed era chiamata Malcantone”.

In questo ultimo secolo il paesaggio della Valle della Tresa ha vissuto numerosi processi che ne hanno determinato un cambiamento radicale. Fino al primo dopoguerra, la situazione era caratterizzata dalla presenza di vigneti estensivi che si estendevano su quasi la totalità dei crinali propizi. Gli insediamenti erano numerosi e prendevano la forma di piccole frazioni.

Oggi questi stessi villaggi hanno assunto delle funzioni prevalentemente residenziali, mentre un numero considerevole di coltivi sono stati persi a causa dell'imboschimento dei versanti o dell'estensione degli insediamenti umani. Negli ultimi due decenni la viticoltura ha comunque riconquistato parte del terreno perso, ottenendo ottimi risultati grazie alla qualità dei prodotti offerti.

Roland Hochstrasser
Giugno 2006