Ponte Tresa, Chamonix del Malcantone?

Ponte Tresa, Chamonix del Malcantone?

Da più di 2 anni la galleria del Monte Bianco che collega l’Italia alla Francia è chiusa a causa del tragico incidente che costo’ la vita a 39 persone. I 10'000 abitanti di Chamonix appresero la notizia con grande ansia, considerando che la galleria fosse indispensabile all’economia regionale.

In questi ultimi mesi si scopre con sorpresa che gli abitanti della valle dell’Arve non solo si sono adattati alla nuova situazione, ma ne hanno pure tirato un grande vantaggio economico e di vivibilità. L’associazione per il rispetto del sito del Monte Bianco (ARSMB) è nata proprio con l’intento di proseguire con questa politica di limitazione del traffico, affermando a chiari lettere che la galleria non dovrà più essere accessibile al traffico merci.

L’analogia con Ponte Tresa è forte. Da una parte per la presenza di un opera ingenieristica che toglie buona parte del valore paesaggistico del sito, dall’altra per il forte traffico che questa opera sostiene, causando problemi di inquinamento fonico e dell’aria. L’analogia continua a livello di reazioni della popolazione locale, in particolare dei piccoli commercianti che si sentono minacciati da soluzioni che permetterebbero di limitare il traffico di transito.

Purtroppo queste posizioni vengono prese a priori, senza informarsi su quello che realmente significa impostare uno sviluppo regionale sostenibile. Forse è giusto ricordare che le vie di transito non solo creano dei problemi di salute pubblica e di inquinamento, ma sono oltretutto un forte deterrente allo sviluppo turistico. Il caso di Ponte Tresa è emblematico : il potenziale turistico è interessante ma sottosviluppato e molto lontano dal turismo di qualità ad alto valore aggiunto promosso da Svizzera Turismo.

La nascita del « Fronte del ponte », gruppo costituito con l’intenzione di difendere il ponte, cristallizza queste paure infondate. D’altronde affermare che la pedonalizzazione dell’attuale ponte possa far cadere in ginocchio l’economia regionale non solo è una paura infondata, ma pure irrazionale, in netto contrasto con quanto osservato in altre stazioni turistiche quali ad esempio Chamonix.

Nella Svizzera Italiana Ponte Tresa non è l’unico caso in cui la pianificazione del territorio ha prodotto delle aberrazioni importanti, ci sono anche Roveredo, Bissone, Chiasso. Questo proprio a causa di quella concezione in voga negli anni 60 e 70 che assumeva l’equazione traffico uguale clienti. Ora mi sembra che i tempi siano maturi per porre rimedio a questi problemi con soluzioni durature e che favoriscano uno sviluppo sostenibile dell’economia regionale.

L’esempio di Chamonix è emblematico e dovrebbe insegnare che lo sviluppo di una regione non puo’ e non deve essere basato sulla presenza di una strada a grande portata, ma piuttosto sulla promozione della qualità di vita dei residenti e dei turisti.

Concludendo vorrei incitare le persone che prendono le proprie decisioni sulla base dei vecchi modelli di sviluppo anni ’60 di aggiornarsi e di evitare di riproporre sistematicamente vecchie soluzioni obsolete a problemi attuali quali il traffico e il turismo.


Roland Hochstrasser, Il Malcantone, giugno 2001