L'evoluzione delle dinamiche turistiche in Leventina

L'evoluzione delle dinamiche turistiche in Leventina

L’Arco alpino di sviluppa dal Passo di Cadibona (440 m) fino alle porte di Vienna, per una lunghezza di circa 1200 km. La posizione centrale nel continente europeo ha determinato uno sviluppo precoce delle attività commerciali, come testimoniano i numerosi reperti archeologici ritrovati nelle necropoli esplorate in questi ultimi decenni. Le Alpi, con il loro capitale ecologico, storico e culturale, attirano ogni anno circa 120 milioni di visitatori. L’impatto di questi flussi e dei servizi prodotti per la loro gestione è importante, a livello ambientale, economico e sociale.

L'avvio e lo sviluppo del turismo comportano per il sistema territoriale l'acquisizione d’informazioni e trasformazioni (nei termini, per esempio, d’immissione e collocazione di attrezzature collettive e individuali, infrastrutture e strutture legate allo svago e alle necessità della vita: esercizi alberghieri ed extralberghieri; rete di trasporti, idrica, elettrica e fognaria; ospedali, spazi di aggregazione sociale, agenzie di informazione ecc.), oltre che un improvviso intensificarsi di relazioni con l'esterno.

(Fonte: Morazzoni, Monica. 2003. Turismo, territorio e cultura. Novara: Istituto geografico De Agostini.)

Nella prima fase di sviluppo di una destinazione, generalmente, l’offerta è unica e specializzata, poi con l’evoluzione del ciclo economico del prodotto turistico, tende a diventare diversificata e a sviluppare un carattere urbano. Nel caso delle stazioni turistiche di montagna il primo sviluppo turistico è da mettere in relazione alle componenti naturalistiche del paesaggio alpino. In una seconda fase si sviluppano strutture e servizi diversificati, come ad esempio le infrastrutture per lo sci, le piste per il pattinaggio, le piscine coperte, i centri termali, i resort. L’evoluzione del ciclo del prodotto può anche comportare un declino che implica la progressiva chiusura delle strutture

L’invenzione del turismo alpino

A partire dalla fine dell’Ottocento le Alpi rappresentano una delle principali aree di sviluppo turistico. Grazie agli influssi del Romanticismo, la regione alpina perde progressivamente l’immagine di ostacolo da temere e assume un valore simbolico positivo. Il turismo di quest’epoca è un fenomeno sociale strettamente legato alle élites urbane, cultori del Grand Tour, che non disdegnano le villeggiature nelle strutture alberghiere e nei sanatori alpini.

La Svizzera rappresenta un laboratorio privilegiato in cui si realizzano nuove forme di turismo, descritte nelle opere di Byron, Shelley o Rousseau. Uno dei principali fattori che determinano la crescita importante della domanda è l’affermarsi della rivoluzione industriale nelle principali città europee e nelle aree urbane perialpine. Allo stesso tempo, la messa in esercizio della rete ferroviaria e stradale contribuisce a rendere più accessibili le destinazioni.

Il contesto leventinese

L’arrivo del treno ha determinato la nascita di gran parte delle stazioni turistiche alpine. Nel caso della Leventina questo importante passaggio si concreta nel 1882 con la messa in esercizio della linea del Gottardo. L’apertura di questo importante asse di transito Nord-Sud rende possibile il collegamento tra centri urbani e regioni che in precedenza richiedevano trasferimenti lunghi e difficili, prevalentemente a cavallo o in carrozza. Con questi mezzi i tempi di percorrenza tra Bellinzona e Faido erano di circa dieci ore; per arrivare ad Airolo bisognava calcolare quattro ore supplementari (Fonte: Corografia d’Italia, ossia gran dizionario storico-geografico-statistico delle città, borghi, villaggi, castelli della Penisola, 1854). Grazie al treno, i turisti coprono la distanza tra Airolo e Bellinzona in poco più di cinque ore (Fonte: Bertoliatti, Storia delle relazioni postali attraverso il Ticino e il Gottardo, in Postzeitschrift, n.6, 1932, p. 193-194).

In questi anni sorgono diversi alberghi che accolgono i nuovi flussi. Qui di seguito figura l’elenco di alberghi e pensioni proposto dall’Annuario cantonale e guida commerciale 1908-1909:

Faido

· Hotel Faido

· Hotel Angelo

· Hotel Posta

· Hotel Pension Fransioli

· Hotel Suisse

· Hotel Milano

Airolo

· Pensione Borelli

· Buffet de la gare

· Hotel Lombardi

· Albergo della Posta

· Hotel Motta

· Hotel delle Alpi

· Albergo Rossi

Ossasco

· Albergo all’Acqua

· Albergo delle Alpi

· Albergo della Nufenen

Piotta

· Hotel de la Poste

Ambrì

· Hotel Ambrì

Altanca

· Hotel Piora (costruito nel 1875 e demolito poco dopo il 1950)

Rodi-Fiesso

· Hotel Helvezia

· Hotel Rodi

Dalpe

· Hotel Piumogna (distrutto da una valanga nel 1925)

Promozione turistica della regione

Nelle guide dell’epoca gli editori trattano con particolare attenzione la regione leventinese, dedicandole uno spazio paragonabile a quello dei principali centri urbani del cantone. Nelle inserzioni si fa sistematicamente accenno alla vicinanza della linea ferroviaria del Gottardo, che rende la trasferta dai centri urbani particolarmente comoda. Un secondo tema costante riguarda la salubrità delle località leventinesi, in particolare il loro clima piacevolmente temperato e secco e il paesaggio pittoresco che le circonda. Non da ultimo, si evidenzia la presenza dei confort e dei servizi moderni come l’energia elettrica, introdotta per la prima volta nel Cantone a Faido l’8 dicembre 1889, la buona cucina e i prezzi modici.

Hotel Pension Lombardi: "Maison confortable, au milieu d'un grand jardin ombragé - Lumière électrique - Grande veranda vitrée - Bains - Pension depuis 10 FRS - Téléphone - Garage - Centre des excursions pour le St. Gothard-Piora - Voitures et guides à disposition - Musée d'antiquités"

(Fonte: Guida dell'Alta Leventina degli anni 1920)

La stazione climatica di Faido è uno dei centri leventinesi che ha tratto maggior vantaggio dalle nuove dinamiche turistiche. La prima struttura per accogliere les touristes risale al 1824, anno in cui apre l’Albergo dell’Angelo, hotel che ha ospitato numerose personalità dell’epoca. L’industria turistica della regione si consolida con l’apertura della galleria ferroviaria del San Gottardo: Ferdinando Pedrini (1841-1907), cercatore d’oro in Australia e rientrato a Faido nel 1863, realizza attorno alla stazione l’Hotel Faido e l’Hotel Suisse. Il paese, grazie al facile accesso e alle strutture moderne, provviste di corrente elettrica fin dal 1889, diventa una stazione di fama internazionale.

Descending the Val Tremola, a wild and dismal valley in which avalanches are not uncommon, we reach Airola, where is an ancient tower more than a thousand years old, and where the sound of the Italian language reminds us that we are almost in another country. The route now becomes exceedingly beautiful; pictoresque ravines, mouldering ruins, foaming cataracts, huge masses of rock, and other romantic features imparting fresh charms to the landscape.

(Fonte: Thomas Cook Ltd. Cook's tourist's handbook to Switzerland. 1874)


Faido, the capital of the Leventina, or the Tessin valley. Here will be noticed not only the beautiful waterfall known as the Piumegna, but the other surrondings, thoroughly Italian, the increased richness of vegetation, the magnificent chestnut and walnut trees. From near Faido, at a hamlet called Mairengo, sprang the family Delmonico, the well-known New York restaurateurs.

(Fonte: Thomas Cook Ltd. Cook's tourist's handbook to Switzerland. 1905)

A la suite de cette première coupure dans la barrière naturelle qui garde le val d'Airolo, s'étend une plaine très peuplée, encadrée par de riantes collines, sur lesquelles les villages et leurs blancs campaniles s'étagent à toutes les hauteurs. On ne rencontre que des noms italiens fort harmonieux, et l'on traverse successivement Piotta, Fiesso, Rodi, Dazio Grande, aux jardins ombragés et aux verts bocages, dominés par la belle cascade de Calcaccia qui rebondit sur elle-même en frappant sur un roc au milieu de sa chute. Le contraste est complet entre cette région agréablement civilisée et les sites sauvages que l'on vient de parcourir. C'est l'oasis après le désert et le repos d'esprit et des yeux après les émotions de toutes sortes des heures précédentes.

(Fonte : Kerviler, René. 1893. Trente jours à travers la Savoie, la Suisse et l'Italie. Fronteau, Saint-Nazaire)

Flussi turistici contemporanei

Oggi l’immagine turistica della Leventina è profondamente mutata rispetto all’’inizio del Novecento. Il cambiamento è generalizzato: le dinamiche del settore si sono rapidamente trasformate e massificate, determinando non poche difficoltà per le destinazioni elvetiche. Le regioni periferiche rispondono migliorando la comunicazione e introducendo nuove forme di turismo, spesso legate alla valorizzazione ecosostenibile del territorio.

Nelle località leventinesi i flussi turistici si sono progressivamente ridotti, una tendenza inversamente proporzionale ai flussi di vetture in transito lungo l’asse del Gottardo. Il turista di passaggio, spesso incolonnato nel fondovalle, ammira le cime circostanti in attesa di arrivare lungo i litorali mediterranei, dove si espleta nei migliori dei modi il classico eliotropismo che caratterizza le dinamiche turistiche di massa.

Le guide pubblicate in questi ultimi anni esprimono queste sensibilità diverse, perlopiù orientate all’espressione di un turismo industriale costituito essenzialmente da offerte low cost e da pacchetti standardizzati. Nella guida pubblicata dal noto editore Frommer’s, la Leventina figura solo marginalmente: “Officially, the canton begins at Airolo (the southern exit of the St. Gotthard Tunnel), but most visitors head for the district’s major resorts of Locarno, Lugano, and fast-rising Ascona” (Fonte: Switzerland, Frommer’s, Wiley Publishing, 2004). Nella guida pubblicata da Lonely Planet dedicata alla Svizzera, si trovano alcuni paragrafi dedicati alla valle: “About 7km northwest of Rodi-Fiesso, you reach the sleepy valley town of Piotta”, o ancora “Airolo is a surprisingly big settlement at the head of the Valle Leventina, but not of great interest” (Fonte: Switzerland, Lonely Planet, 2006).

Nelle dinamiche turistiche contemporanee le destinazioni di piccolo e media taglia fanno fatica a proporsi sul mercato. In questo contesto, per le regioni periferiche è sempre più difficile posizionarsi e rendere visibili e interessanti le proprie offerte.

Nel 2007 l’ente turistico trovò un’inaspettata presenza sui media nazionali italiani a causa di una campagna promozionale particolarmente provocante. Intervistato dal Corriere della Sera, Elia Frapolli affermò che “per comunicare con questo tipo di mercato è necessario usare i mezzi giusti. (…) Un messaggio scherzoso, in cui vogliamo mettere in evidenza la simpatia della nostra stazione. Basta parlare di crisi, di poca neve, di problemi, iniziamo la stagione con humor” (Fonte: Corriere della Sera, 4 dicembre 2007).

Oggi la regione rappresenta un asso di transito confrontato con colonne, inquinamento e la messa in esercizio della linea ferroviaria di Alptransit che, di fatto, aggirerà la regione. Questo cambiamento potrebbe rappresentare un’occasione per profilare la regione verso nuovi prodotti turistici di nicchia, valorizzando le peculiarità naturali e antropiche che ancora oggi attirano numerosi escursionisti dai centri urbani limitrofi.

Roland Hochstrasser, geografo

 

Bibliografia

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  • Hochstrasser, Roland. 2002. Les défis du tourisme suisse: Une nouvelle façon de communiquer dans le marché global. Mémoire sous la direction de J.-B. Racine. Lausanne: Institut de Géographie de l’Université de Lausanne (IGUL). http://doc.rero.ch/record/5664/files/1_Hochstrasser-memoire.pdf.
  • Morazzoni, Monica. 2003. Turismo, territorio e cultura. Novara: Istituto geografico De Agostini.
  • Martinoli, Simona. 1995. Architettura del periodo 1850-1920 nei territori periferici del Canton Ticino. In Kunst + Architektur in der Schweiz = Art + architecture en Suisse = Arte + architettura in Svizzera; 46 (1995).

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